giovedì, Novembre 13, 2025
Google search engine
HomeSenza CategoriaRetail specializzato a 435 miliardi nel 2024: il rapporto TEHA

Retail specializzato a 435 miliardi nel 2024: il rapporto TEHA

Il Retail Specializzato italiano – dal negozio di vicinato ai grandi centri commerciali – ha archiviato il 2024 con un fatturato di 435 miliardi di euro, segnando una crescita del 4% rispetto all’anno precedente. Le 429mila imprese del settore confermano il comparto come pilastro dell’economia nazionale: la filiera estesa genera 295 miliardi di euro di Valore Aggiunto, pari al 15% del PIL italiano. A certificarlo è la quinta edizione del Rapporto Strategico elaborato dalla Community Retail 5.0 di TEHA, Think Tank multistakeholder che analizza scenari e strategie per il retail nazionale.

Il settore registra un incremento occupazionale dell’1,3%, raggiungendo quota 1,5 milioni di addetti e consolidando la sua posizione di primo datore di lavoro privato del Paese. Le dimensioni economiche della filiera sono paragonabili a quelle di intere nazioni europee: i 294,5 miliardi di euro di Valore Aggiunto si collocano appena sotto il PIL danese (392,4 miliardi) e superano ampiamente quello ungherese (+43%).

“Senza la rete di imprese, punti vendita e servizi del Retail Specializzato, una parte rilevante della ricchezza prodotta in Italia non potrebbe essere generata”, ha dichiarato Benedetta Brioschi, partner TEHA e Responsabile Food&Retail durante il Forum 2025 della Community Retail 5.0. “Nonostante il Retail Specializzato rappresenti un comparto ad alto impatto economico, occupazionale e sociale, la sua visibilità a livello istituzionale rimane ancora limitata”.

Sul fronte delle prospettive future, Alessia Cappello, Assessore allo Sviluppo Economico del Comune di Milano, ha evidenziato: “Il retail specializzato che spazia dai piccoli negozi ai punti vendita nei grandi centri commerciali rappresenta un settore cruciale del nostro tessuto commerciale, per il buon funzionamento di una città, per prodotti e servizi alla comunità, per lo sviluppo urbano in generale. Le sfide cruciali da affrontare oggi sono il ricambio generazione e la transizione digitale, perciò è fondamentale agire sulla formazione delle competenze che servono per essere preparati ai cambiamenti che abbiamo di fronte”.

La carenza di personale qualificato emerge come nodo critico del settore. Per il triennio 2026-2028 si prevedono oltre 270mila nuove assunzioni, ma l’86% degli operatori del retail segnala difficoltà nel reperimento di candidati con competenze adeguate. Le cause principali risiedono negli orari di lavoro considerati impegnativi (58% delle segnalazioni) e nelle politiche di welfare aziendale ritenute insufficienti da oltre il 20% degli intervistati.

“Ancora oggi in Italia – ha sottolineato Benedetta Brioschi – 400 mila giovani (il 9,8% tra i 18 e i 24 anni) abbandonano prematuramente gli studi e il 6,6% degli studenti non raggiunge le competenze minime: un contesto in cui il Retail Specializzato può diventare una vera e propria struttura di formazione con i propri punti vendita”.

Per affrontare la sfida dell’attrattività del lavoro nel settore, TEHA e i partner della Community hanno elaborato il “Manifesto del Lavoro del Retail” strutturato su tre assi strategici. La formazione costituisce il primo pilastro, identificato come leva fondamentale per intercettare e trattenere nuovi talenti nel comparto.

Il secondo asse riguarda il welfare, da potenziare mediante defiscalizzazione e incentivi retributivi sulle ore straordinarie, accompagnati da sistemi integrativi di welfare aziendale con focus su sostegno alla genitorialità e benessere psicologico dei dipendenti.

L’equità rappresenta la terza direttrice del manifesto. Le donne costituiscono oltre il 60% della forza lavoro nel Retail Specializzato e accedono a livelli retributivi base sostanzialmente paritari rispetto ai colleghi uomini. Tuttavia, ai livelli più elevati della distribuzione salariale (90esimo percentile), gli uomini percepiscono in media 4,4 euro in più all’ora, determinando un gender gap superiore del 26% rispetto alla retribuzione media nazionale.

Sul versante degli investimenti, il Retail Specializzato si posiziona al primo posto tra i settori italiani con 17,4 miliardi di euro investiti nel 2024, corrispondenti all’11,5% del totale nazionale. Nell’ultimo decennio la filiera ha incrementato la propria capacità di investimento del +9,7% annuo, pur non raggiungendo i livelli di investimento in intelligenza artificiale e tecnologia registrati negli altri Paesi.

Il divario digitale emerge con evidenza dai dati: il 68% dei retailer italiani mostra un'”intensità digitale” di base, mentre appena il 4,3% raggiunge un livello “molto alto”, contro il 9,8% della Spagna e il 7,6% della Germania. L’Italia si colloca terzultima in Europa per integrazione tecnologica nel retail e presenta un tasso di crescita degli investimenti in AI inferiore alla media globale, dove il mercato è destinato a moltiplicarsi per otto tra il 2020 e il 2028, passando da 3,8 miliardi a 31,2 miliardi di dollari.

“L’Intelligenza Artificiale – ha concluso Benedetta Brioschi – nel Retail Specializzato italiano è oggi applicata soprattutto a marketing e vendite (65,1%) e logistica (30,6%) e come abbiamo rilevato con livelli ben superiori alla media nazionale (+32,0 e +14,8 punti percentuali rispettivamente). Restano invece molto limitati gli impieghi nei processi produttivi (5,8%), in ricerca e sviluppo (5,5%) e in sicurezza ICT (10,6%), tutti al di sotto della media italiana”.

ARTICOLI CORRELATI
- Advertisment -
Google search engine
Google search engine

ARTICOLI PIU' LETTI

COMMENTI RECENTI