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Il Rapporto Coop 2025 fotografa l’Italia tra incertezze globali e trasformazioni sociali

La ricerca sui comportamenti della popolazione italiana emerge dall’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2025 – Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani”, sviluppato dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop (Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori-Coop). Lo studio è stato realizzato attraverso la collaborazione scientifica di Nomisma, con il supporto analitico di NielsenIQ e i contributi specialistici di Circana, GS1-Osservatorio Immagino, CSO Servizi, GfK e Mediobanca Ufficio Studi.

L’innovazione metodologica dell’edizione 2025 introduce l’utilizzo di programmi di intelligenza artificiale generativa, tra cui Chat GPT, Gemini e Midjourney, per l’elaborazione di alcune sezioni del rapporto. L’approccio di studio mantiene il focus tradizionale sul rapporto degli italiani con il cibo, estendendosi all’analisi delle scelte quotidiane e future della popolazione attraverso la loro stessa prospettiva.

Lo scenario geopolitico globale: l’età del caos

Il contesto mondiale contemporaneo viene definito come “età del caos” caratterizzato da crescente instabilità. I conflitti sono diventati il metodo prevalente per la risoluzione delle controversie internazionali, con una spesa militare globale di 2,7 trilioni di dollari nel 2024 (+17% rispetto al 2022). Il 78% degli opinion leader prevede un aumento dei conflitti nei prossimi 3-5 anni, mentre il 18% teme un conflitto globale.

La logica conflittuale si estende alle relazioni commerciali, segnando il declino della globalizzazione. Il 50% delle imprese esportatrici prevede una diminuzione dei flussi commerciali nel 2025. La leadership statunitense risulta in discussione: negli ultimi 25 anni il numero di Paesi che commercializza prevalentemente con la Cina è aumentato da 30 a 145, mentre le potenze asiatiche registrano crescite economiche superiori (Cina +5%, India +6% contro USA +1,9% e UE +1%).

La tecnologia rappresenta il fattore cruciale nella contesa per la leadership mondiale, particolarmente nel controllo dell’intelligenza artificiale. L’AI viene considerata un moltiplicatore del progresso con incrementi del PIL stimati tra +20% e +30%. La Cina detiene la leadership nei brevetti robotici (5.688 contro 1.483 USA) e nell’economicità: un umanoide domestico costerà meno di 15.000 dollari entro due anni.

L’Italia e l’Europa: stabilità politica ma difficoltà economiche

L’Europa assume una posizione di retroguardia nonostante generi un quarto del PIL globale. L’Unione Europea rimane limitata dalla governance incompleta, mentre la fiducia dei cittadini cresce dal 31% del 2012 al 52% attuale. Gli opinion leader sostengono approcci federali: 86% favorisce una difesa comune, 78% l’unificazione fiscale e 75% l’emissione di titoli di debito pubblico europeo.

L’Italia presenta stabilità politica e sociale ma ha esaurito la spinta economica post-pandemica. Le stime prevedono una crescita del PIL di 0,5 punti percentuali per il 2025-2026, mentre gli opinion leader sono più pessimisti (+0,1% nel 2026). Il Paese registra 840.000 nuovi occupati ma la produttività per ora lavorata diminuisce fino al -1,4%, contrariamente al resto d’Europa. I nuovi impieghi si concentrano in settori a basso valore aggiunto.

La composizione educativa degli occupati mostra trasformazioni: diminuiscono i lavoratori con licenza media (-647.000) mentre aumentano diplomati (+687.000) e laureati (+800.000). La mancata crescita della produttività blocca l’ascensore sociale: il 10% della popolazione detiene il 58% della ricchezza nazionale. Il sistema recupera i redditi familiari solo attraverso l’incremento delle ore lavorate (+2,3 miliardi negli ultimi cinque anni).

La trasformazione alimentare: salute, sostenibilità e risparmio

Il rapporto con il cibo subisce una trasformazione pur mantenendo centralità. Gli italiani legati esclusivamente alla tradizione alimentare scendono dal 34% al 22%, mentre crescono quelli orientati all’innovazione (31%) o al mix tradizione-innovazione (38%). Il cibo diventa domestico: la spesa per ristorazione fuori casa cala del -2,2% nei primi sei mesi 2025.

La grande distribuzione registra una ripresa con vendite a valore +3,8% e a volume +2%. Frutta, verdura e prodotti freschi trainano la crescita, con il 70% che legge le etichette nutrizionali. I carrelli privilegiano prodotti con meno zucchero, sale e carboidrati, mentre i cibi ultraprocessati perdono appeal. Il biologico accelera con 8,4 milioni di italiani pronti ad aumentare questi acquisti.

Il movimento no-alcohol avanza: 15,4 milioni preferiscono bevande analcoliche. Il cibo acquisisce funzione di alleato della salute: il 16% considera farmaci per diabete con effetti metabolici per il controllo del peso. L’ossessione per il controllo del peso si manifesta nel boom delle bilance (+55% quelle personali) e nel successo della dieta iperproteica (17% della popolazione), con sostitutivi vegetali della carne in crescita del +20,9%.

L’inflazione alimentare italiana risulta inferiore alla media europea (+3,1% contro +3,3% UE). La ricerca del risparmio privilegia supermercati e prodotti in promozione: il 40% degli italiani aumenterà acquisti in offerta, il 18% comprerà più prodotti a marca distributore. La grande distribuzione affronta sfide future che secondo i manager passano dall’innovazione (53%), politiche per il personale (36%) e integrazione dell’AI, cui viene attribuito un potenziale di produttività del 20% nei prossimi dieci anni.

Il cambiamento del mood sociale: dall’ottimismo alla preoccupazione

Il mood degli italiani si è trasformato verso la preoccupazione. Rispetto al 2022, il timore cresce dal 20% al 39%, l’inquietudine dal 24% al 37% e l’allerta dal 16% al 25%, mentre serenità e fiducia diminuiscono. La guerra rappresenta la principale discontinuità: metà dei cittadini accetta la possibilità di un conflitto armato.

Le priorità di sostenibilità riflettono questo cambiamento: pace e diritti civili risultano prioritari per il 64% degli intervistati, seguiti dall’attenzione alle persone (55%). Nonostante il greenlash istituzionale, il 73% considera il cambiamento climatico un’emergenza e si dichiara disponibile a comportamenti sostenibili.

Il sistema valoriale evidenzia una trasformazione profonda. Onestà (50%) e rispetto (46%) guidano l’autorappresentazione, mentre ricchezza (10%) e successo sociale (7%) perdono rilevanza. Riemerge l’importanza della religione e dei percorsi spirituali (45% degli italiani). La nostalgia permea l’immaginario collettivo: il 54% della Generazione Z preferirebbe nascere nell’epoca dei genitori, e il 70% considera il passato un periodo migliore.

Emerge il “deconsumismo”: valorizzazione delle esperienze rispetto al possesso, acquisti essenziali, preferenza per il second hand. Gli acquisti tecnologici (16,5 miliardi, +1,2%) privilegiano l’utilità, mentre diminuiscono quelli di smartphone (-2 milioni rispetto al 2022). L’AI si concentra nella dimensione privata (49%) con prospettive come assistente domestico.

La base empirica dello studio si fonda su due indagini distinte condotte nella seconda parte di agosto. La survey “Today, Tomorrow” ha coinvolto 1.000 italiani rappresentativi della popolazione tra i 18 e i 65 anni, mentre “The New World Outlook” si è rivolta a 900 opinion leader e operatori di mercato della community italiani.coop, includendo 600 figure dirigenziali (amministratori delegati, direttori, imprenditori, liberi professionisti e consulenti) selezionate per la loro capacità di anticipare le tendenze future del Paese.

Leggi la notizia anche su Horecanews.it

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