L’economia circolare nel largo consumo italiano registra un significativo salto di qualità nell’ultimo triennio, con la performance media complessiva del settore che passa dal 53% al 61% secondo il nuovo benchmark presentato da GS1 Italy durante il convegno “Circolarità in azione”. L’indagine, realizzata in ambito ECR Italia in collaborazione con Ergo, spin-off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha coinvolto 22 imprese attraverso Circol-UP, il tool sviluppato per misurare il grado di circolarità aziendale. Particolarmente rilevante per il settore retail è l’aumento delle performance che si attesta al 46% (contro il 45% nel 2022), con punti di forza nella gestione dei reparti freschi e freschissimi, nella formazione dei dipendenti e nella comunicazione verso i consumatori.
La ricerca “L’evoluzione dell’economia circolare nel largo consumo” rappresenta l’aggiornamento 2025 della prima fotografia pubblicata nel 2022, coinvolgendo un campione di 22 imprese di produzione, distribuzione e logistica del largo consumo, otto delle quali avevano partecipato anche alla rilevazione precedente. A spingere questa evoluzione sono l’evoluzione del quadro normativo e la crescente sensibilità di aziende e consumatori verso comportamenti etici e rispettosi delle risorse e dell’ambiente.
«ECR Italia da sempre favorisce la collaborazione tra imprese per migliorare i processi e per costruire linguaggi, strumenti e standard comuni per agevolare e guidare il cambiamento. Con Circol-UP proseguiamo su questa strada, mettendo a disposizione del settore uno strumento condiviso, solido e scientificamente fondato per misurare e valorizzare il grado di circolarità lungo l’intera filiera», afferma Silvia Scalia, ECR & training director di GS1 Italy.
Per quanto riguarda il retail, i punti di forza si registrano soprattutto nella minimizzazione degli imballaggi in ingresso, nella gestione dei reparti freschi e freschissimi (efficienza delle risorse, riduzione degli sprechi), nella formazione dei dipendenti e nella logistica esternalizzata orientata alla sostenibilità. La comunicazione verso i consumatori e la gestione dei prodotti prossimi alla scadenza rappresentano ambiti di eccellenza, confermando la crescente integrazione strategica dei principi di economia circolare nei modelli di business della distribuzione.
A trainare il miglioramento complessivo sono stati in particolare i settori della cura persona e della cura casa con una performance media di circolarità del 73,5% (era il 48% nel 2022). Il settore alimentare conferma un percorso di crescita, con la performance media che sale al 65,3% (rispetto al 61% del 2022), con punti di forza nelle fasi di approvvigionamento, produzione, design degli imballaggi secondari e gestione dei rifiuti.
«Il nuovo benchmark di circolarità – prosegue Silvia Scalia – rappresenta un punto di riferimento per comprendere in che modo il settore del largo consumo stia evolvendo verso modelli più circolari e sostenibili. I risultati della ricerca offrono non solo una misurazione oggettiva, ma anche una chiave di lettura utile per orientare le strategie aziendali e le politiche di sistema».
«Dalla prima edizione del 2022 a oggi – rileva Fabio Iraldo, Professore ordinario di management della Scuola Sant’Anna di Pisa – abbiamo registrato progressi significativi e una crescente consapevolezza: la circolarità non si misura solo nei risultati, ma nella capacità delle imprese di apprendere, collaborare e innovare insieme. Con questa seconda edizione della ricerca, e attraverso l’utilizzo di Circol-UP, è stata fotografa l’evoluzione del settore e confermata la volontà delle aziende del largo consumo di intraprendere un percorso sempre più condiviso verso modelli circolari e a minor impatto ambientale».
La nuova versione di Circol-UP è stata allineata ai nuovi standard per la misurazione della circolarità nazionali (UNI/TS 11820), internazionali (ISO 59000) e ai nuovi obblighi di rendicontazione previsti dalla CSRD (Corporate sustainability reporting directive) e allo standard europeo ESRS E5. Sono stati aggiunti otto nuovi indicatori (KPI), tra cui il grado di responsabilità e trasparenza nella selezione dei fornitori, l’efficienza dell’utilizzo delle risorse, l’attenzione alla circolarità degli imballaggi, la collaborazione logistica, l’utilizzo di certificazioni di sostenibilità e la tracciabilità digitale.
«Misurare la circolarità significa rendere visibile l’impatto positivo delle imprese e supportare politiche e strategie di trasformazione più efficaci. Circol-UP contribuisce a colmare questo gap, offrendo metriche affidabili che supportano il dialogo tra aziende e stakeholder chiave e rafforzano la capacità del largo consumo italiano di essere protagonista della transizione circolare», ha aggiunto Carolina Gomez, ECR senior project manager di GS1 Italy.
Durante il convegno sono state presentate best practice di applicazione concreta della circolarità. Tra gli interventi, Mauro Odolini, Sustainability manager di Italmark, ha raccontato l’impegno per la progettazione circolare dei propri punti vendita, mentre il Gruppo Barilla ha illustrato la gestione efficiente dei viaggi con pianificazione ottimizzata, Eridania l’adozione del trasporto intermodale e Fater l’attenzione per la decarbonizzazione sostenuta da pratiche circolari.



