Ogni euro investito dal comparto del franchising genera 2,8 euro per l’intera economia nazionale, con un impatto complessivo sul valore della produzione stimato complessivamente in circa 94 miliardi di euro. Lo evidenzia lo studio che Nomisma ha realizzato per conto di Assofranchising, il marchio di rappresentanza del franchising italiano aderente a Confcommercio-Imprese per l’Italia. Lo studio ha preso in esame, per il secondo anno consecutivo, le componenti dell’impatto socio-economico riconducibili alla presenza e all’attività del franchising del nostro Paese e ha posto l’accento anche sul tema occupazionale.
Secondo il Rapporto 2024 di Assofranchising il comparto ha raggiunto un fatturato di quasi 34 miliardi di euro, con una crescita del +9,9% rispetto all’anno precedente e un totale di forza lavoro impiegata pari a 287.767 addetti.
Ma qual è l’effetto moltiplicatore del giro d’affari dei punti vendita del comparto sull’economia nazionale? Lo studio condotto da Nomisma ha stimato gli effetti direttamente riconducibili al comparto del franchising in Italia attraverso le proprie attività e gli acquisti presso i fornitori (impatto diretto), quelli prodotti dal comparto lungo tutta la catena del valore (impatto indiretto) e gli effetti riconducibili all’incremento di domanda finale determinato dai percettori di reddito coinvolti a vario titolo nelle attività innescate dal comparto del franchising (impatto indotto).
Secondo gli ultimi dati disponibili, il comparto del franchising nel 2023 ha generato un impatto in termini di valore aggiunto pari a 41 miliardi di euro: di questi, 24,2 miliardi di euro sono attribuibili all’attivazione diretta, 4,8 miliardi a quella indiretta e 12,1 miliardi di euro all’indotto. L’impatto complessivo stimato da Nomisma è pari al 2,1% del valore aggiunto generato dal totale dell’economia nazionale.
Considerando il valore della produzione l’impatto stimato è pari complessivamente a 94 miliardi di euro – con un moltiplicatore finale pari a 2,8: per ogni euro investito dal comparto del franchising si generano complessivamente 2,8 euro nell’intera economia nazionale.
In ambito occupazionale, l’impatto complessivo è pari a 732.907 occupati, con un moltiplicatore finale pari a 2,5: ogni posto di lavoro attivato dal comparto del franchising contribuisce all’occupazione di 2,5 lavoratori nell’intero Sistema Paese. I redditi da lavoro dipendente complessivamente generati sono pari a 15,9 miliardi di euro.
Gli impatti attivati dal franchising non riguardano il solo settore del commercio, ma sono molteplici i comparti che attivano produzione (industrie del comparto tessile e abbigliamento per il 10,2% e attività immobiliari per il 7,7%), valore aggiunto (servizi immobiliari per il 15,2% e servizi di alloggio e ristorazione per il 7,9%) e occupazione (servizi di alloggio e ristorazione per il 10,4% e tessile – abbigliamento per il 7,5%).
“I dati elaborati da Nomisma ci forniscono una fotografia dettagliata di un comparto che ha saputo consolidare e migliorare i risultati ottenuti lo scorso anno. Inoltre, il franchising si mostra come un comparto particolarmente interessante se visto come opportunità di rilancio professionale. Nel 2023, secondo i dati delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si sono registrati 528.320 licenziamenti per giustificato motivo oggettivo. Di questi, ben 170.340 hanno riguardato lavoratori over 50, una fascia d’età che spesso incontra maggiori difficoltà nel reinserimento nel mercato del lavoro. In tale scenario, per un’associazione di categoria come la nostra è importante avere rapporti sempre più stretti con le società di outplacement, perché possiamo diventare un’opportunità concreta di ricollocamento per tanti lavoratori e lavoratrici” – spiega Alberto Cogliati, Presidente di Assofranchising.
“Il franchising si conferma un motore strategico per l’economia italiana, con un giro d’affari che complessivamente rappresenta l’1,8% del nostro PIL e con importanti riverberi sia diretti sia a livello di indotto. Nel nostro Paese operano 929 insegne, con quasi 66.000 punti vendita affiliati in cui sono occupati 287.767 addetti. Per quanto riguarda la produzione, il commercio al dettaglio rappresenta il comparto più rilevante, seguito da tessile-abbigliamento e dalle attività immobiliari. Sul fronte degli occupati, invece, il commercio al dettaglio è seguito dai servizi di alloggio e ristorazione e dal tessile-abbigliamento. Alla luce delle dinamiche registrate negli ultimi anni, il franchising in Italia vanta buone prospettive di ulteriore sviluppo” – conclude Roberta Gabrielli, Head of Marketing, Business Processes e Communication di Nomisma.
Il prossimo 25 giugno saranno presentati i dati del Rapporto Assofranchising Italia 2025 – Strutture, Tendenze e Scenari.
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