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Natale e cucina: dalle tendenze sui consumi all’IA per sfruttarle al meglio nella GDO

L'azienda foodtech Tuidi traccia le tendenze sui consumi degli italiani ed illustra il ruolo dell’IA per affrontare un Natale all'insegna della sostenibilità.

Nel 2024, il periodo natalizio si colloca in un contesto economico caratterizzato da instabilità, con i comportamenti di spesa delle famiglie italiane che riflettono le sfide di un mercato complesso. Una recente analisi, frutto della collaborazione tra Confimprese e Jakala, evidenzia come i nuclei familiari, sempre più orientati al risparmio, abbiano ridotto i propri acquisti, con un calo dello 0,4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Tra giugno e settembre dello stesso anno, il 44% delle famiglie ha dichiarato un’erosione del proprio potere d’acquisto. Questo andamento, già osservato tra il 2022 e il 2023 con una contrazione dell’1,7% nel volume di beni acquistati, risulta parzialmente bilanciato da un incremento del 7,9% nella spesa totale. Tale aumento è attribuibile alla pressione inflazionistica, che, facendo lievitare i prezzi, spinge le famiglie a spendere di più, pur portando a casa meno prodotti (fonte: NielsenIQ).

In questo scenario, il Natale potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno per il settore retail e la ristorazione, con la speranza che le festività riattivino i consumi nonostante le difficoltà.

Ma cosa possono aspettarsi i retailer?

I retailer non possono controllare costantemente i consumi, sempre più spesso influenzati da dinamiche macro-economiche e non, ma possono prepararsi in anticipo attraverso la stima puntuale dei fabbisogni per minimizzare le inefficienze e massimizzare i margini anche in caso di vendite più contenute” –  afferma Andrea Paparella, responsabile commerciale di Tuidi, azienda foodtech che, attraverso modelli basati su intelligenza artificiale, automatizza la gestione dello stock dei distributori.

Andrea Paparella, responsabile commerciale di Tuidi

Pandoro, panettone datteri un must per tutti, ma attenti alle variabili

A Natale ci sono tradizioni che si ripetono ogni anno: secondo i dati di Tuidi, ad esempio, i datteri vedono un aumento di consumo del +600% rispetto al resto dell’anno. Altri prodotti immancabili come pandoro e panettone sono in vendita da novembre a febbraio, con un picco del +189% durante la settimana di Natale. Ma non è sempre così, ci sono situazioni in cui altre variabili possono influenzare l’andamento delle vendite di questi prodotti, ad esempio: da alcune evidenze interne, in caso di tempo avverso, le vendite del pandoro calano del 15% mentre quelle del panettone crescono del 10%.
Sebbene ci siano dinamiche che possono essere comuni a tutta la grande distribuzione, altri fattori possono variare in base al meteo, promozioni, posizione del punto vendita (anche all’interno della stessa regione) eventi locali, ricorrenze. Questa diversificazione rende fondamentale un’analisi dettagliata delle preferenze dei consumatori per i singoli prodotti dei singoli punto vendita.
Piatti pronti e cucina casalinga: tradizione e innovazione, il connubio perfetto durante le feste
A conferma di questo, Tuidi ha condotto uno studio di confronto tra Nord e Sud Italia evidenziando, per il primo, un aumento dell’interesse verso i piatti pronti. Infatti, al Nord, le vendite di piatti pronti crescono del 93% durante le feste, suggerendo probabilmente una preferenza per soluzioni pratiche e veloci. Al Sud, invece, prevale la tradizione culinaria casalinga natalizia, e le vendite di piatti pronti calano del 67%.

Come possono i retailer organizzarsi per un Natale dalle prospettive incerte?

Durante le feste, i retailer sanno che alcuni prodotti hanno un incremento di vendite. Partiamo dai dati di base: la Coca-Cola, ad esempio, registra un +40% e i digestivi un +28%, probabilmente in vista delle abbuffate natalizie. Tuttavia, le vendite sono influenzate da molte altre variabili, come le promozioni, il meteo e gli eventi.
Le promozioni sono certamente un motore di vendita, ma durante il Natale risultano meno efficaci: il loro effetto sulla Coca Cola ha un impatto 36% minore rispetto ai periodi non festivi.  Anche le festività possono influire diversamente sulle vendite complessive: il Natale, ad esempio, genera un incremento delle vendite del 19% rispetto alla Pasqua. Prendiamo adesso a riferimento un prodotto simbolo della stagione fredda: la cioccolata calda. La posizione geografica influisce in modo significativo sulle abitudini d’acquisto, con differenze evidenti tra Nord e Sud Italia. Nella settimana di Natale, le vendite di cioccolata calda crescono del 200%, ma il meteo aggiunge un ulteriore impatto: in caso di pioggia, le vendite aumentano del 18% al Nord e del 52% al Sud. Sembra quindi che la combinazione di maltempo e cioccolata calda sia irresistibile ma da valutare ogni volta con in modo diverso.
Ma non è tutto, anche gli eventi locali possono avere un impatto significativo sulle vendite, aggiungendo un’altra dimensione alle feste. Ad esempio, durante le celebrazioni patronali di San Nicola a Bari, il 6 dicembre, e di Sant’Ambrogio a Milano, il 7 dicembre, le vendite di alcolici registrano un ulteriore incremento fino all’11%. Questo evidenzia come le tradizioni locali giochino un ruolo cruciale anche durante il periodo natalizio, influenzando la domanda.
Per sapere in anticipo come affrontare le incertezze del prossimo Natale, – prosegue Paparella – il miglior modo è adottare un sistema di intelligenza artificiale che consenta previsioni precise dei fabbisogni, influenzati costantemente da ciò che il retailer controlla (es. promozioni e prezzi) e soprattutto ciò che il retailer subisce dall’esterno (meteo, ricorrenze, eventi), a livello della singola SKU per ciascun punto vendita.  Se, malauguratamente, il trend di vendita dovesse risultare sempre contratto durante il Natale, i retailer potrebbero comunque estrarre valore da volumi minori, evitando i tipici esuberi di magazzino del periodo, che vengono poi tipicamente smaltiti con prezzi (e di conseguenza, margini) minori dopo la fine delle feste.”

Intelligenza artificiale per ridurre gli sprechi e ottimizzare gli stock: la soluzione di Tuidi per i punti vendita

Per gestire al meglio le incognite delle vendite, Tuidi ha introdotto Delphi, una soluzione di intelligenza artificiale che sfrutta modelli prescrittivi di intelligenza artificiale per automatizzare la gestione del punto vendita ed aiuta oltre 300 punti vendita in Italia a ridurre gli sprechi e ottimizzare gli stock, evitando carenze e sovrapproduzione. Come evidenziato dai dati interni, Delphi ha ridotto le eccedenze di magazzino del 6% sugli alcolici e del 16% sui prodotti natalizi. “Grazie a Delphi, il capo negozio o il responsabile acquisti da centrale possono pianificare con maggiore precisione, evitando esuberi di magazzino e garantendo una disponibilità adeguata per un servizio ottimale”, afferma Paparella.
In un Natale segnato da incertezze economiche, i retailer italiani possono cogliere l’opportunità di rafforzare i margini grazie a una gestione efficiente delle scorte, supportata dall’intelligenza artificiale. Con Delphi, i retailer possono trasformare il periodo natalizio in un’occasione di crescita e stabilità, garantendo ai consumatori un’offerta all’altezza delle aspettative, senza il rischio di scorte eccessive e margini ridotti post-festività.

Leggi l’articolo anche su Horecanews.it

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